Augusto Giovanardi nasce il 23 giugno 1904 a Montegridolfo in provincia di Rimini da Giuseppe Giovanardi, medico condotto, e Virginia Marcucci. Compie gli studi classici tra San Marino e Pesaro e si laurea a pieni voti con lode nel 1928 in Medicina e Chirurgia all’Università di Bologna. Nel 1931 ottiene la libera docenza in Batteriologia e nel 1934 in Igiene. Dal 1938 al 1942 è professore straordinario di Igiene a Siena. Sempre nel 1942 ottiene la cattedra di Igiene a Padova. Dal 1947 si trasferisce definitivamente a Milano, chiamato a ricoprire la cattedra di Igiene e Batteriologia con la direzione dell’Istituto di Igiene e dell’Istituto di Virologia dell’Università che manterrà sino al 1974.
Con la sua scuola diventa il riferimento per la disciplina dell’Igiene e della Medicina Preventiva in Italia. A lui si deve la programmazione del Sistema Sanitario Nazionale Decentrato con l’istituzione delle Unità Sanitarie Locali (prima U.S.L., poi A.S.L.); a lui la promozione delle vaccinazioni in età infantile contro le malattie infettive più comuni. Dalla collaborazione con Albert Sabin, nel 1964 dà avvio alla campagna di vaccinazione antipoliomielitica con il risultato della sconfitta della poliomielite in Italia. Nel corso della sua brillante carriera ricoprirà molte importanti cariche nelle maggiori associazioni internazionali contro le malattie infettive e nell’ambito del Consiglio Superiore della Sanità. Riceve numerosi riconoscimenti per l’attività scientifica e culturale.
Negli anni degli studi universitari conosce Francesca Marzoli, nata a Bologna il 6 agosto del 1905. Augusto e Francesca si sposano nel 1931, dopo poco tempo nascono le figlie Paola e Marta. I due coniugi, colti e curiosi, condividono l’interesse per la letteratura, i viaggi e la musica ma soprattutto per le arti visive. Il contatto con la vivace cultura del capoluogo lombardo alla fine degli anni Quaranta stimola in loro il desiderio di costruire una collezione di pittura che annovererà i principali protagonisti del Novecento italiano.
Il poco tempo libero dall’impegno universitario è trascorso fra le gallerie milanesi come Il Milione di Gino Ghiringhelli, Il Naviglio di Carlo Cardazzo, L’Annunciata di Bruno Grossetti, la galleria di Ettore Gian Ferrari, la galleria di Vittorio Barbaroux e la Casa d’Aste Finarte condotta da Casimiro Porro alle quali si aggiungerà la Galleria dello Scudo di Massimo Di Carlo a Verona.
Augusto e Francesca frequentano i collezionisti milanesi più attivi e colti del panorama italiano del dopoguerra, come Lamberto Vitali, Gianni Mattioli, Antonio Mazzotta, Emilio e Maria Jesi, Riccardo e Magda Jucker, Antonio e Marieda Boschi Di Stefano, Giuseppe Vismara, Cesare Tosi, i critici più accreditati e brillanti, fra i quali Marco Valsecchi, Franco Russoli, Palma Bucarelli, Luigi Carluccio, Giovanni Scheiwiller, Mercedes Garberi, ma soprattutto scambiano comunicazioni e visite con i loro artisti preferiti: Giorgio Morandi di cui frequentano anche le sorelle, Carlo Carrà, Massimo Campigli, Osvaldo Licini, e Arturo Tosi.
L’attività di prestito e di collaborazione con musei nazionali e internazionali è frenetica per molti anni sino a quando le figlie Marta e Paola decidono di formare il nucleo di novanta opere che diventerà la “Collezione Augusto e Francesca Giovanardi” e di trasferirlo, nel 1997, in deposito a lungo termine a Palazzo delle Albere di Trento prima e nel 2002 al MART – Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto con la sua inaugurazione, sotto l’egida di Gabriella Belli, dove rimarrà sino alla fine del 2015. A partire dal 2016 la Collezione Giovanardi è tornata in piena disponibilità della Famiglia.
Marta manca nel 1998, Francesca nel 1999 e Augusto nel 2006 a quasi centodue anni. Nel 2006 la figlia di Marta, Cristiana, affianca la zia Paola nell’amministrazione della Collezione di famiglia a cui collaborano assiduamente anche i figli di Paola, Luca e Maddalena Rossi, e di Cristiana, Alvise Aspesi.
La raccolta si compone di novanta dipinti di dodici artisti assestatisi all’interno di Novecento: i loro nomi suscitavano al contempo forte attrazione presso altri raffinati collezionisti milanesi. Questi determinati estimatori dell’arte visiva intendevano ricostruire una nuova identità nazionale attraverso la Cultura.
Ai grandi nomi del collezionismo italiano del ‘900 si deve la compressa, ma fluida, contiguità fra protagonisti di diverse tendenze e aspirazioni. Insieme a Rosai veniva accolto Carrà, con Mafai si accompagnava Sironi… e Licini, così antitetico a tutti anche per questioni squisitamente formali (ma che erano in realtà poetiche) non sparigliava il gruppo, anzi lo esaltava perché assicurava alla nostra astrazione un posto di prim’ordine addirittura agli inizi del sarfattismo. Gli straordinari collezionisti che operavano nella Milano del dopoguerra comprendevano bene l’unicità della nostra cifra artistica, della nostra rutilante complementarietà.
Lungo questa precisa linea rossa si dipana la ricerca inesausta di Augusto Giovanardi che con la moglie Francesca non perde un appuntamento fra quelli che formano un’esistenza: l’arrivo di una nuova serie di opere alla Galleria del Milione, le visite degli artisti o dei collezionisti nella sua casa milanese di Via Dei Loredan, un viaggio per incontrare Morandi a Bologna o Licini a Monte Vidon Corrado, una mostra a Palazzo Reale o al PAC di cui discutere animatamente con Mercedes Garberi (l’infaticabile Direttrice del polo civico dell’arte moderna e contemporanea nella capitale lombarda), una manifestazione a cui partecipare collaborando con autorità cittadine o i maggiori esponenti della critica d’arte… E oltre a ciò i concerti alla Scala e al Conservatorio, i viaggi nelle terre lontanissime d’Oriente e d’Occidente con le figlie e i nipoti, i tanti seminari, conferenze e incontri importanti con scienziati e uomini e donne di cultura in Italia e all’estero.
La Collezione cavalca inizialmente con irruenza l’entusiasmo degli anni del boom economico, ben preciso lo scopo di comporre ciò che “è certamente necessario”; a partire dalla fine degli anni Settanta, il percorso si definisce nella selezione più accurata delle opere con qualche raro scambio migliorativo.
La vita di Augusto e Francesca Giovanardi è stata ricca e piena non solo perché indubitabilmente privilegiata da un periodo arduo ma esaltante della storia d’Italia ma anche perché concede oggi a noi tutti la speranza nella virtù edificatrice dell’Arte e della Cultura, senza le quali nessuna esistenza avrebbe senso. La Collezione Giovanardi restituisce, a coloro che cercano di capire cosa potremmo essere, pur nelle avversità, il senso della nostra identità e il coraggio per affrontare le nebbie di questi giorni così diversi.